La mia alimentazione
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La mia alimentazione

Credo che l’alimentazione sia un argomento molto delicato e al quale si sta dando tanta attenzione negli ultimi anni. Nel ciclismo, a mio modo di vedere, si è data sempre importanza a questa sfera, ma dopo la pandemia il focus è notevolmente aumentato.

Per quanto riguarda la mia esperienza, quando ero un Under23 esordiente, c’era davvero poca conoscenza dell’alimentazione, di cosa fosse meglio o meno mangiare, semplicemente si conoscevano le basi più comuni e ci si limitava a quelle. Oppure, quando si doveva perdere peso, si seguivano diete veramente troppo ferree. Mi è capitato non molto tempo fa di ritrovare un file, di quando militavo nella categoria degli allievi e un General Manager di una squadra professionistica molto importante, mi aveva indicato una dieta di due settimane: era un piano nutrizionale estremo e senza alcun principio scientifico dato il periodo della stagione nella quale mi trovavo, la mia età, e i chilogrammi di peso che avrei dovuto perdere.
In quindici giorni probabilmente avrei perso 3 kg ma ovviamente avrei infierito sulla preparazione atletica e sul rendimento nei mesi successivi.
La colazione di riferimento per un allenamento di tre ore era: 4 fette biscottate di cui 2 con marmellata, due lisce e una tazza di latte parzialmente scremato e un frutto.


Fortunatamente sotto questo aspetto ci siamo evoluti parecchio. Ora rispetto al passato le diete sono molto più mirate e in linea con quanto si brucia, quanto si consuma e quanto si mangia.
Parlando ancora della mia esperienza, col senno di poi penso che sarebbe stato il caso che già a 16-17 anni, l’età in cui si inizia a capire che bisogna seguire una dieta per essere performanti nello sport, avessi avuto una figura di riferimento, invece seguivo un po’ i consigli dei direttori sportivi che non avevano ovviamente competenze adeguate per indicarmi cosa e come mangiare.

Ricorderò sempre le abbuffate dopo la corsa, perché dopo una settimana di rinunce alimentari e diete sbilanciate soprattutto sull’assunzione dei carboidrati, si ricadeva nel “tutto é concesso” nel post gara. Anche io ho vissuto la fase in cui non c’era una conoscenza di quanto fosse importante l’alimentazione corretta durante tutta la stagione e che gli sbalzi alimentari erano più controproducenti a paragone di un eccessivo allenamento.


Io sono diventato professionista nel 2017, e si era già più professionali nella gestione, si cercava di mangiare sempre bene, sempre sani, però non era mai troppo analitico il regime, non si andava a calcolare nello specifico la quantità necessaria di cibo per la gara. Era un approccio più generico, si sapeva che la gara era di 200 km e si supponeva che servissero 6 barrette e che le barrette fossero 50 gr l’una. Ma questo è molto diverso dall’approccio post pandemia, quando ho notato che molti corridori iniziavano a utilizzare la bilancia per pesare il cibo ad ogni pasto, sia alla gare che nei training camp.

È stato in quel periodo che ho iniziato a capire che se le squadre si stavano attrezzando e c’era sicuramente un beneficio a livello prestazionale sopratutto in termine di durata/sforzo.


Ora abbiamo tutti una dieta personalizzata fornita dalla dietologa della squadra, con la quale sono in stretto contatto quotidianamente, grazie ad un’applicazione “Eat My Ride”, che utilizziamo dallo scorso anno e che vi spiegherò presto nel dettaglio in un altro capitolo del mio blog.

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